Torna così, dopo il grande successo della presentazione del libro di Andrea Scanzi, il Passioni Festival. Con un appuntamento atteso, che riserverà momenti emozionanti. I casi di violenza giovanile e le conseguenze che comportano sono al centro della narrazione e saranno il fulcro della conversazione tra Andrea Scanzi, direttore artistico del Festival, e Giovanni Floris. “Non esistono vittime e carnefici se sappiamo riconoscere il diritto di essere tutti diversi” recita la quarta di copertina del volume. Aspetti sui quali l’autore si sofferma, cogliendo con grande sensibilità le inquietudini che i casi di violenza ci lasciano e creando così un “romanzo sulla responsabilità che abbiamo nei confronti del nostro futuro”.
GIOVANNI FLORIS
QUELLA NOTTE SONO IO
La memoria è un animale strano. Passi una vita a cercare di domarla, a convincerti che ci sei riuscito, e poi basta un attimo per renderti conto che sei solo un illuso. Per Stefano quell’attimo arriva insieme a un telegramma che lo porta indietro di ventisette anni, alla notte che lo ha reso l’uomo che è: una convocazione, di questo si tratta, un appuntamento con il passato che non può più rimandare.
Insieme a lui al casale, in quel tranquillo weekend estivo, ci sono loro, gli amici del liceo, ed è dalla maturità che non si vedono: Margherita, che come lui – lo capisce dalla luce nel suo sguardo – non si è perdonata, Silvia e Lucio, che invece si sono perdonati tutto, e poi Germano, che di quel gesto assurdo, forse, non ha ancora capito nulla. A riunirli è stata la madre di Mirko, il ragazzo troppo diverso da loro che in quella maledetta gita hanno trasformato prima in vittima e poi in nodo irrisolto di giganteschi sensi di colpa. Ma è subito chiaro che il pomeriggio sarà più lungo del previsto, perché, come su un palcoscenico, sfilano davanti ai loro occhi spaesati i protagonisti di quei giorni, in un processo finalmente in grado di mettere a nudo una verità che nessuno degli imputati ha mai immaginato. Giovanni Floris raccoglie le domande che ci pongono i troppi casi di violenza tra i giovanissimi e ne fa un romanzo sulla responsabilità che abbiamo nei confronti del nostro futuro. Perché non esistono vittime e carnefici se sappiamo riconoscere il diritto di essere tutti diversi.