Circolo artistico gremito per il ritorno del giallista pisano che ha presentato “La misura dell’Uomo”, il suo ultimo romanzo dedicato al genio di Leonardo da Vinci. Risate e applausi, poi autografi e selfie. La rassegna chiude qui il suo anno, ma torna a marzo 2019 con Ascanio Celestini e Wu Ming
Una serata nel segno delle risate e non poteva essere altrimenti. Marco Malvaldi è tornato al Passioni Festival e non ha deluso le aspettative dei fan: loquace, disponibile, schietto, esilarante. Decine e decine di autografi e selfie, risate e un pizzico di mistero: sullo sfondo le gesta di Leonardo da Vinci, protagonista del suo ultimo romanzo, un avvincente giallo storico. Nella consueta cornice indoor del Passioni, il Circolo artistico di Arezzo, si è chiuso un anno ricchissimo per la kermesse, che vive ormai appieno ogni stagione: dagli appuntamenti della scorsa primavera, alla scoppiettante edizione estiva, fino ai primi eventi del nuovo circuito winter. L’arrivederci al 2019 è stato accompagnato, per la prima volta nella storia del festival, dalla presenza dei rappresentanti del Calcit – tra cui il presidente Giancarlo Sassoli e Arnaldo Berbeglia – che sono saliti sul palco prima della serata, assieme ai coordinatori del Passioni Marco Meacci e Mattia Cialini, per promuovere la raccolta fondi dell’associazione di volontariato che lotta contro i tumori e di cui, quest’anno, ricorrono i 40 anni dalla fondazione. La serata è realizzata in collaborazione con Atlantide Adv, Tft, la Feltrinelli Point di Arezzo, Sabot, Baracchi Winery, ristorante La Pieve e Prodigio Divino.
Il microfono è poi passato all’ospite, il giallista pisano, che, intervistato dal direttore di Teletruria Luca Caneschi, ha iniziato a svelare alcune delle trame del libro “La misura dell’uomo”, soffermandosi sugli episodi più curiosi, sul lavoro di ricostruzione fatto a monte, sulla novità di un romanzo che ha messo l’autore alla prova, dovendosi misurare in prima persona con il genio poliedrico di Vinci, di cui, nel 2019, ricorrono i 500 anni dalla scomparsa.
“Credo che, a parte il rally, Leonardo abbia inventato di tutto” ha esordito Malvaldi. L’autore, chiamato da Giunti a realizzare l’opera proprio in occasione del Cinquecentenario dalla morte dell’artista, ha approfondito il periodo milanese di Leonardo, quando ricevette da Ludovico il Moro l’incarico di creare un monumento equestre per il padre Francesco Sforza. Così, sfidando i limiti delle possibilità del tempo e mettendo a punto innovative tecniche di realizzazione, progettò un cavallo rampante in bronzo alto oltre 7 metri. Ma durante le fasi dello studio, accadde un delitto alla corte milanese. Un giovane fu trovato morto e Leonardo venne costretto ad indagare.
Il libro racconta del dettaglio la Milano di fine ‘400, i complessi rapporti tra i personaggi che restituiscono appieno l’aria dell’epoca. Ma Malvaldi sa anche giocare con le ampollosità e le formalità di una corte, piazzando bombe di comicità là dove meno il lettore se le aspetta. E così denuda i paradossi del tempo e i vizi dei personaggi realmente vissuti. Vestendo di ironia uno dei suoi gialli più riusciti, con un detective d’eccezione.
L’Arezzo Passioni Festival saluta il 2018 e dà appuntamento al prossimo anno: a marzo sono già in calendario due appuntamenti: un reading con Ascanio Celestini e l’arrivo del collettivo di scrittori Wu Ming.