Sabato 8 dicembre penultimo appuntamento dell’anno della rassegna con il giornalista del Corriere della Sera e conduttore di La7 che presenta il caso editoriale “I rassegnati”. L’evento si terrà al Circolo Artistico di Arezzo a partire dalla 17: ingresso libero e firmacopie finale. E venerdì 14 tocca a Marco Malvaldi
Venti anni di enormi aspettative e altrettanti di frustranti delusioni. E’ il destinato dei quarantenni italiani, illusi dal benessere di fine Novecento e presi a schiaffi dalla cruda realtà del nuovo Millennio. Tommaso Labate, 39 anni, giornalista del Corriere della Sera e di La7 irrompe all’Arezzo Passioni Festival, presentando il suo primo libro, il saggio “I Rassegnati – L’irresistibile inerzia dei 40enni”, edito da Rizzoli, che a pochi giorni dall’uscita è già diventato un caso editoriale.
Si tratta del penultimo, attesissimo, appuntamento del 2018 della rassegna culturale aretina, in versione invernale, coordinata da Marco Meacci e da Mattia Cialini. L’evento – in diretta facebook sulla pagina dell’Arezzo Passioni Festival – è per domani, sabato 8 dicembre alle 17, al Circolo Artistico di Corso Italia ad Arezzo. Ingresso libero e firmacopie finale. La presentazione è in collaborazione con i partner tecnici Atlantide Adv, Baracchi Winery e La Feltrinelli Point di Arezzo.
Intervistato da Chiara Calcagno, Labate – con taglio riflessivo ma acutamente ironico – racconterà disagi comuni, ansie e aspettative di quella che Mario Monti definì “la generazione perduta”: quei quarantenni di oggi, troppo giovani per godere dei benefici delle conquiste sociali del secondo dopoguerra e troppo anziani per potersi adattare – a differenza dei nativi digitali – alle asperità di questa nuova Italia “matrigna”.
“Viviamo in uno stato di perenne incertezza – racconta l’autore – tutte le sicurezze che avevamo quando siamo cresciuti, tra gli anni ’80 e ’90, si sono sgretolate una dietro l’altra”. Il posto fisso, la casa, gli ammortizzatori sociali, la prospettiva di una pensione. “E non è sano che i 65enne di oggi debbano ancora preoccuparsi per il futuro dei loro figli precari: è usurante. A una certa età, uno deve poter smettere di fare il genitore”.
C’è un’immagine che cristallizza, come la più azzeccata delle metafore, l’attimo in cui la generazione dei 40enne è stata sconfitta. Quei bambini o adolescenti accomunati dalla grande passione per il pallone nell’estate del 1994 sono incollati davanti alla tv: il loro mito è uno juventino atipico, che piace a tutti, Roberto Baggio. E’ bravissimo, tutti ripongono su di lui enormi aspettative. Nel match di qualificazione contro la Norvegia, però, l’Italia rimane subito orfana del portiere, espulso. E l’allenatore, Arrigo Sacchi, di una generazione più grande di Baggio, decide di mettere “il Codino” in panchina per sostituire il portiere. “Nel momento in cui toccava a noi, la generazione precedente ci ha mandato in panchina. E ora siamo intrappolati in un limbo”, dice Labate. Per la cronaca, Baggio sarà poi trascinatore nelle partite seguenti, ma il Mondiale finirà amaramente nella sfida decisiva contro il Brasile, per un rigore alto calciato proprio da Baggio. Allo stesso modo, la generazione perduta, quella dei “bamboccioni”, si prenderà le colpe del proprio fallimento. Ma non tutte sono sue.
Tommaso Labate è nato a Marina di Gioiosa Ionica, in Calabria, e, trasferitosi a Roma all’età di 19 anni, inizia qui la sua carriera giornalistica: Il Riformista, L’Unità, Vanity Fair, Pubblico, Il Corriere della Sera. Partecipa come ospite a Tiki Taka su Mediaset e diventa conduttore a La7, dapprima con In Onda – assieme a David Parenzo – poi con Fuori Onda. Dal 2015 è anche conduttore dell’appuntamento di informazione settimanale #CorriereLive sul sito del Corriere della Sera.
Quello con Tommaso Labate è il penultimo appuntamento dell’anno con il Passioni Festival Winter 2018/2019, la chiusura del 2018 è in programma venerdì prossimo 14 dicembre, sempre al Circolo Artistico e sempre ad ingresso libero, con la presentazione del volume “La misura dell’uomo” di Marco Malvaldi. Il giallista, padre della serie del Bar Lume, presenta un romanzo storico incentrato sulla figura di Leonardo Da Vinci a 500 anni dalla morte.