L’Arezzo Passioni Festival parte con il pienone all’Eden. Emozionante intervista del direttore artistico Andrea Scanzi al campione olimpico. Ringraziamento finale del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli. Applausi, autografi e selfie con l’atleta prima della chiusura. Domani mercoledì 13 giugno doppio appuntamento con gli scrittori Giuseppe Catozzella e Massimo Carlotto. Ingresso libero.
Un esordio da mettere in cornice. L’Arezzo Passioni Festival inizia con un bagno di folla per il primo ospite, Jury Chechi. Grandi e piccini, tra cui molti baby atleti di Arezzo, si sono seduti nel giardino dell’Eden per ascoltare in silenzio i racconti del ginnasta più celebre, ripercorrendo le sue gesta quotidiane, quelle agli anelli e i commoventi episodi personali, tra trionfi, cadute e rinascite. Amabile, disponibile, vero: Chechi si è sbottonato per un’ora e mezzo di intervista, condotta dal direttore artistico della kermesse Andrea Scanzi, rivelando episodi inediti e focalizzando l’attenzione sui momenti chiave della sua carriera, come l’oro di Atlanta ’96 o l’eroico bronzo ad Atene 2004. In chiusura, l’ospite è stato salutato e ringraziato dal sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli. Poi il pubblico ha sommerso di affetto il campione: tutti si sono messi in fila per un autografo, una foto, una stretta di mano. Jury Chechi, paziente, si è concesso loro a lungo.
Il caldo pomeriggio dell’Eden ha preso il via dopo l’introduzione dei coordinatori della kermesse, l’ideatore del festival Marco Meacci e il giornalista Mattia Cialini. Poi sul palco sono saliti Andrea Scanzi e Jury Chechi. Ed è scattata una narrazione avvincente. “Come mai la ginnastica artistica? Ho avuto una folgorazione a 7 anni. Avevo provato ciclismo, basket – sorride – ma non era scattata la scintilla. Poi ho trovato l’amore, sportivamente parlando. Ricordo ancora i profumi e i colori della prima palestra”. E da subito, Chechi ha raccolto i frutti. “Ho vinto giovanissimo un campionato regionale, mi pare proprio ad Arezzo”. Chechi ha poi spiegato i duri retroscena dei successi. “La vita da atleta è stata molto noiosa, fatta di routine. A 12 anni sono andato via di casa. Ma non direi di aver fatto sacrifici, le mie sono state scelte. La giornata tipo: finita la scuola, 3 di preparazione fisica la mattina, pranzo e poi 4 ore di allenamento tecnico nel pomeriggio. Costantemente, tutti i giorni. Chiaramente riesci a fare poco altro”. E se la preparazione è stata scrupolosa, la medaglie d’oro sono fioccate: alle Universiadi, ai Giochi del Mediterraneo, agli Europei, ai Mondiali. Ancora mancava l’oro olimpico, ma proprio durante la preparazione di Barcellona 1992 Chechi si ruppe il tendine di Achille. “Fu un momento di buio, fu difficilissimo ripartire. Riuscii a reagire, con resilienza”. Quattro anni dopo, ad Atlanta 1996, Chechi ci arrivò al top della carriera. “Fu un minuto di esercizio: riuscii a combattere la paura, alla fine sapevo di aver vinto. Fu una liberazione. So di aver dato una gioia agli italiani che guardavano le Olimpiadi. Oggi c’è qualcuno che ancora mi ringrazia per strada. E’ la soddisfazione più grande”. Ma il rapporto di Chechi con la manifestazione a 5 cerchi è tormentato: alla vigilia di Sidney 2000, si infortuna di nuovo, gravemente. “Il professor Perugia, che mi aveva operato anche nel 1992, mi disse che probabilmente la mia carriera era finita. Saltai le Olimpiadi, ovviamente e decisi di mollare. Ma nella vita ho fatto delle promesse a persone importanti. E per me onorarle è stato sempre un impegno serio. La prima: avevo sedici anni appena. Si allenava con me un atleta bravissimo, di poco più grande. Federico Chiarugi di Pisa. Durante un esercizio cadde e rimase tetraplegico a 18 anni. E io decisi di smettere, avevo paura. Lo andai a trovare in sopedale e lui disse: ‘Jury no, continua. Fallo anche per me’. Decisi allora di ripartire e di impegnarmi ancora più a fondo. Da qualche anno Federico non c’è più e mi manca molto, quell’episodio è stato chiave per la mia carriera. L’altra grande promessa la feci prima di Atene: mio padre era in coma. Gli dissi: ‘dimmi qualcosa e ti prometto che vado alle Olimpiadi’. Mi strinse la mano. E io ripresi ad allenarmi. Poi mio padre si riprese. E riuscii a qualificarmi per Atene 2004. Mi ricordo che eseguii correttamente l’esercizio, ma non ai massimi livelli. Sapevo che non potevo vincere. Ma quando ottenni il bronzo per me fu come una vittoria”. In quell’occasione Chechi fece anche emergere con forza un suo tratto distintivo: quello della correttezza, della lealtà e della obiettività. Vinse il greco Dimosthenis Tampakos, beniamino di casa, e non il bulgaro Yordan Yovchev, oggettivamente superiore nell’esercizio. Chechi si rivolse alla giuria e indicò il bulgaro: ‘Lui è il numero uno’, disse con coraggio. “Era l’ultima gara della mia carriera – si è schermito Chechi – e dissi quello che pensavo. Meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca. In Bulgaria – sorride – sono un eroe nazionale, mi riconoscono tutti”. La serata è scivolata via tra gli ultimi aneddoti (quello sul tormentone del Mago Forrest ‘Chechiyury-Jurychechi’, “Ci conosciamo, siamo amici”), prima dei complimenti del sindaco di Arezzo (“Con rigore, passione e un pizzico di follia si diventa campioni”), dell’omaggio dei ragazzi Speciali della Conserveria, dei tantissimi selfie finali e dell’incontro – tanto inatteso quanto piacevole – con vecchi compagni di ginnastica.
Domani mercoledì 13 giugno l’Arezzo Passioni Festival torna con un doppio grande appuntamento: alle ore 18,30 lo scrittore Giuseppe Catozzella, vincitore del premio Strega giovani e autore del best seller “Non dirmi che hai paura”, presenta il suo ultimo romanzo “E tu splendi” intervistato dalla giornalista Sara Lucaroni. Alle 21 torna lo scrittore Massimo Carlotto, che presenta due volumi: “Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane” e “Cristiani di Allah”. Moderano i giornalisti Guido Albucci e Maddalena Pieroni.
Entrambi gli appuntamenti saranno trasmessi in diretta facebook sulla fanpage facebook della kermesse. L’Arezzo Passioni Festival è sostenuto da Atlantide Adv, Chimet, Estra, Italpreziosi, Atlantide Adv, Sabot, Ingram, Tft, Sabot. La kermesse è inoltre in collaborazione con la Tenuta Sette Ponti, Crispino Idrocalor, La Feltrinelli Point, il ristorante La Pieve, l’Hotel Vogue e gode del patrocinio della Regione Toscana.
IL PROGRAMMA DI OGGI
MARTEDì 12 GIUGNO
Ore 18,30 – “Con i piedi ben piantati sulle nuvole” Viaggio sentimentale in un Italia che resiste
Presentazione in anteprima nazionale del volume di Andrea Scanzi. Intervista all’autore di Chiara Calcagno. Saluto dell’Assessore della Regione Toscana, Vincenzo Ceccarelli. Introduce: Marco Meacci.
Ore 21 – “Quarant’anni dopo, i misteri del caso Moro”
Inchiesta pubblica con Andrea Purgatori conduttore di Atlantide su La7, con il giornalista e scrittore Antonio Padellaro e con la partecipazione di Achille Occhetto
IL PROGRAMMA DI DOMANI
MERCOLEDì 13 GIUGNO
Ore 18,30 – “E tu splendi”
Incontro con Giuseppe Catozzella, premio Strega giovani, scrittore rivelazione degli ultimi anni, autore del best seller “Non dirmi che hai paura” che presenta il suo ultimo romanzo
Ore 21 – “Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane” e “Cristiani di Allah”
Lo scrittore Massimo Carlotto protagonista di una serata con una doppia presentazione