Il giallista pisano creatore della saga del BarLume atteso sul palco della manifestazione per la chiusura del 2018: presenterà il suo ultimo romanzo “La misura dell’uomo” dedicato al genio di Vinci, in occasione del Cinquecentenario dalla morte. Appuntamento venerdì 14 dicembre alle 21 al Circolo Artistico di Arezzo. Ingresso libero.
Acuto, divertente, sorprendente. E’ un grande ritorno quello di Marco Malvaldi all’Arezzo Passioni Festival. Già protagonista di una presentazione – seguitissima e apprezzata, uno degli eventi più esilaranti della storia della manifestazione – il giallista pisano chiuderà il 2018 della kermesse, coordinata da Marco Meacci e Mattia Cialini. Il ritorno è previsto nel marzo 2019.
L’appuntamento con il creatore della saga del BarLume è fissato per venerdì 14 dicembre, alle ore 21, sempre al Circolo Artistico di Corso Italia 108 ad Arezzo. La serata – realizzata in collaborazione con Atlantide Adv, la Feltrinelli Point di Arezzo, Sabot, Baracchi Winery, Tft e ristorante La Pieve – è ad ingresso libero.
Intervistato dal giornalista Luca Caneschi, Marco Malvaldi tornerà a raccontarsi, dagli studi di chimica, passando per gli esordi letterari,fino al grande successo determinato dagli episodi ambientati nell’immaginaria “Pineta”. I racconti del BarLume hanno riscosso enormi consensi e sono diventati una serie televisiva con Filippo Timi nei panni del barista-investigatore Massimo Viviani. Nella prima stagione ha recitato anche il grande attore toscano Carlo Monni, scomparso nel 2013.
Ma stavolta Malvaldi cambia e si lancia in un romanzo storico dai contorni misteriosi: “La misura dell’uomo”. Il libro, edito da Giunti, racconta una storia avvincente, con protagonista il grande Leonardo: un omaggio al genio del Rinascimento, in occasione dei 500 anni dalla morte.
“Nella primavera del 1482 – si legge nella presentazione – Leonardo da Vinci arriva a Milano per dedicarsi alle infinite attività di cui il suo genio è capace: progetti di irrigazione per le campagne, stupefacenti scenografie animate per le feste di corte, opere di pittura come il ritratto della Dama con l’ermellino, donna affascinante e inquieta di cui diviene intimo amico. Ma soprattutto, Leonardo ha ricevuto da Ludovico il Moro l’incarico di creare un monumento equestre per il padre Francesco Sforza, e ha accolto la sfida decidendo di superare tutti: progetta un cavallo rampante in bronzo che sarà alto più di 7 metri. Ma una notte, mentre a lume di candela lavora a questo grandioso progetto, qualcuno bussa alla sua porta. Il duca ha bisogno del suo aiuto per una vicenda delicatissima: un giovane del suo entourage è stato trovato morto in circostanze misteriose, e tra la gente si sta diffondendo la voce che la sua morte sia una punizione divina. Leonardo non vuole grane, cerca di sottrarsi. Ma basta un cenno perché capisca che il duca sa bene dove spende molte delle sue notti: nei cunicoli sotto l’ospedale, o nei pressi del cimitero, sezionando i cadaveri per studiarne l’anatomia secondo una pratica non certo legale. Inizia così un’indagine serrata, sulla quale Leonardo prende appunti sul più segreto dei suoi taccuini, quello che nemmeno al fidato allievo Salaì è permesso di vedere e che tiene sotto le vesti, vicino al cuore. Quello di cui tutti, da centinaia di anni, desiderano conoscere il contenuto”.