Modella, star di Instagram e giocatrice di basket, Valentina ha fatto tappa ad Arezzo per presentare il suo libro “Forti come noi” alla Feltrinelli Point, raccontando se stessa: “Lotto contro gli haters e ai ragazzi dico: se siete vittime, denunciate. Il mio mito? Micheal Jordan. In Italia? Gianmarco Pozzecco” Autografi e foto con i fan e la visita al campo dei piccoli giocatori della Scuola Basket Arezzo. Al termine della serata, il brindisi di fine anno della kermesse
L’Arezzo Passioni Festival chiude un anno da incorniciare con Valentina Vignali, giocatrice di basket oggi in Serie B (alla Smit Centro Roma), modella e influencer. Alla Feltrinelli Point di Arezzo, incalzata dalle domande del giornalista Roberto Gennari, ha raccontata se stessa e il libro che ha scritto, “Forti come noi”, edito da Sperling & Kupfer. Prima dell’incontro, durante il quale ha affrontato il tema della grave malattia che l’aveva colpita, dell’odio sui social, dell’amore per il basket, ha fatto visita al palazzetto dello sport Estra “Mario D’Agata” della Caselle, incontrando i baby cestisti della Scuola Basket Arezzo.
E’ calato così il sipario su un grande anno per l’Arezzo Passioni Festival di Marco Meacci e Mattia Cialini, che ha visto salire sul palco della rassegna, tra gli altri, Ferruccio De Bortoli, Andrea Scanzi, Serse Cosmi, Ascanio Celestini, Walter Veltroni, Marco Malvaldi, Chiara Francini, gli Zen Circus. Il circuito invernale della manifestazione è realizzato in collaborazione con la Feltrinelli Point di Arezzo ed è sostenuto da Atlantide Adv (che cura la diretta Facebook degli eventi) dall’hotel Vogue, dal ristorante La Pieve, dal ristorante Antica Fonte e da Radio Fly.
“Non saprei definirmi – ha detto Valentina Vignali davanti a un folto e giovanissimo pubblico – sono sia modella che giocatrice di basket. Il web? E’ un altro impegno. Su tutto, però, la pallacanestro è passione”. Vignali è partita dagli esordi,quando a soli 16 anni, ha debuttato in Serie A2, al Cervia. Ha ripercorso le sue esperienze in giro per la Penisola, le difficoltà di una adolescente costretta a conciliare l’impegno sportivo con lo studio prima, con il lavoro poi. Partendo dallo spunto del “trash talking”, diffuso nella Nba, Valentina Vignali ha poi parlato delle offese sui social network, delle responsabilità che si hanno quando si gestiscono community molto numerose (il suo account Instragram ha 2,3 milioni di follower) e di quando, una volta, perse la testa. “Incontrai sul campo una ragazza che mi aveva scritto qualcosa di intollerabile: secondo lei sarei stata la rovina del basket. Inaccettabile per me che spendo molte energie per promuovere in ogni occasione la pallacanestro femminile. Le sputai, dopo le ripetute provocazioni subito in campo, a proposito delle mie prestazioni. E passai anche per la ‘cattiva’. Era il periodo che mi stavo curando contro un tumore. Malattia che poi ho superato. Ma all’epoca non dissi niente. Il calo di prestazioni era fisiologico, ma nessuno poteva rendersene conto. Lo sport, però, non l’ho mai abbandonato. Anzi, direi che il basket mi ha salvato”. Valentina ha poi raccontato di come combattere gli haters dei social: “E’ facile, basta denunciare. Quando arrivano condanne per diffamazione da migliaia di euro, alla gente passa la voglia di essere offensiva senza motivo. Ai ragazzi che subiscono bullismo sui social dico: denunciate”. Cresciuta con il mito di Michael Jordan, in Italia ha un punto di riferimento: “Gianmarco Pozzecco, ex playmaker, attuale allenatore di Sassari. Con lui ho condotto Sotto Canestro su La7. E’ un personaggio positivo, un po’ folle, ma molto vero. Un grande”. Una stilettata agli uomini: “I movimenti sportivi femminili, per fortuna, stanno crescendo. Anche se con fatica. C’è ancora molta disparità. Ho un mito: Elena delle Donne, cestista americana di origini italiane, bravissima”. Al termine dell’incontro lunga fila per autografi e selfie. In conclusione, bicchieri in alto per il brindisi di fine anno dell’Arezzo Passioni Festival.